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4 chiacchiere ha compiuto un anno | La Redazione |
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" 4 CHIACCHIERE " HA COMPIUTO UN ANNO
Siamo al numero 3 del nostro giornalino, ad otre un anno dal primo numero.
In verità mi aspettavo un maggiore interessamento anche perché
alcune "provocazioni" sono state lanciate (la Banca del tempo, il
problema aperto dell'oratorio, la sollecitazione di collaborazione per la
realizzazione del giornalino) ma fino ad oggi nulla di nulla.
Oltre a qualche lusinghiero apprezzamento, qualcuno ha detto anche che il
giornalino sarebbe povero di contenuti e allora? forza, coraggio, si contribuisca
ad arricchire il giornalino di contenuti.
Le parole dette volano, le parole scritte rimangono; chi fa queste critiche
le metta per scritto, saranno le benvenute, le pubblicheremo.
Noi vogliamo il dialogo e vogliamo perseguirlo a tutti i costi, come in una
famiglia e le critiche fanno sicuramente parte di un dialogo costruttivo.
Come si disse nel I° numero del giornalino, l'idea iniziale era quella
di non fare il solito bollettino parrocchiale in cui venivano riversati resoconti
nudi e crudi delle varie attività parrocchiale; si voleva che il giornalino
avesse un'anima, ma evidentemente quest'anima ancora non siamo riusciti a
dargliela. Avremmo voluto che il giornalino fosse l'espressione o il punto
d'incontro di quelle persone che costituiscono la nostra grande Parrocchia.
Avremmo voluto che il giornalino divenisse una ideale piazzetta dove poter
discutere, raccontare esperienze, proporre progetti, potersi confrontare.
Avremmo voluto creare anche rubriche di contenuto umoristico (barzellette,
storielle
) o artistico (poesie) o sportivo ecc
Rinnoviamo pertanto l'invito a contattarci per collaborare alla stesura dei
prossimi numeri per chi volesse può contattare: Gianni Vantaggi 0759272014
o P. Giustino 0759273814.
Precisiamo che se rimaniamo nella situazione attuale, questo sarà l'ultimo
numero, per cui l'esperienza di "4 chiacchiere" finisce qui e si
ritornerà, naturalmente, al solito ed evidentemente, caro, bollettino
parrocchiale.
G.Vantaggi
PS
Quanto sopra era stato scritto poco prima di pubblicare questo terzo numero
finché il 12 maggio un bel gruppo di giovani, intervenendo ad un incontro
di preparazione del giornalino, si è finalmente dichiarato disponibile
a costituire un gruppo di redazione che porterà avanti l'esperienza
del giornalino. Questi "coraggiosi" giovani sono:
Valentina Cipiciani, Silvia Fanucci, Federica Grandis, Lucia Menichetti, Roberto
Ruspi, Claudio Sannipoli.
Questa volta "IL PERSONAGGIO" è una donna, la Signora Marcella
C che vive nella nostra zona da diversi anni.
Conobbi occasionalmente la Signora Marcella e fui subito colpito: la sua casa,
il suo modo di parlare, il modo di presentarsi, sentivo di aver incontrato
una persona un po' speciale. Successivamente ho avuto modo di conoscere più
a fondo la signora, di qui l'idea di riportare nel nostro giornalino la sua
esperienza.
Ecco la sua storia.
La signora Marcella è nata in Alessandria di Egitto dove la sua famiglia
risiedeva da tre generazioni e dove molto giovane, si è sposata con
un pilota delle linee aeree egiziane, il Capitano C di origine austriaca,
morto alcuni anni fa.
Nel 1946 a 30 anni, mentre sorvolava Bagdad il capitano C ebbe un incidente
aereo da cui si salvò riportando però fratture multiple alle
gambe tanto che in un primo momento volevano amputargliele, ma un chirurgo
cecoslovacco si rifiutò di eseguire l'amputazione e tentò, con
successo, una terapia conservativa, il capitano riacquistò così
anche se in modo parziale, l'uso degli arti inferiori.
La signora Marcella ha vissuto in Egitto, al Cairo fino al 1949, con l'avvento
di Nasser e la destituzione del re Faruk, l'Egitto cessò di essere
un protettorato inglese, per cui tutti gli stranieri furono praticamente costretti
a lasciare l'Egitto, anche perché con Nasser iniziò l'avvento
del nazionalismo islamico, per cui per i non islamici, diventava estremamente
difficile trovare un lavoro. Comunque per seguire la figlia e suo marito che
negli anni 70 avevano voluto impiantare un'azienda agricola qui a Gubbio,
a Castiglione Aldobrando, da Milano si trasferì con il marito nel nostro
comune e dal 1985 vive proprio nella nostra parrocchia.
Abbiamo intervistato la signora Marcella data la sua lunga esperienza con
la cultura islamica.
Ecco quindi anche una breve intervista:
-- Quante lingue conosce?
"Essendo vissuta in città cosmopolite come Alessandria prima,
ed il Cairo dopo, dovevamo per forza parlare oltre all'italiano e all'arabo,
francese ed inglese, purtroppo non ho avuto la possibilità di imparare
bene il tedesco. C'è da dire che in Italia mi chiamano l'egiziana ed
in Egitto l'italiana. ma in effetti sono e mi sento italiana ed egiziana".
--Lei, per le sue vicissitudini, ha avuto la possibilità di confrontare
la cultura islamica e la cultura occidentale, secondo lei è possibile
una sintesi tra queste due culture?
" In Egitto allora, c'erano rappresentate tutte le religioni monoteiste
e le relative culture: Cristiani, ebrei, ortodossi, musulmani. C'è
da precisare che i copti che vivono soprattutto nell'alto Egitto e che sono
cristiani, si considerano i veri discendenti dei faraoni e non volevano essere
chiamati arabi perché non erano discendenti dagli arabi e questo già
era fonte di attrito tra la popolazione dell'Egitto. Tuttavia fino a quando
io ho vissuto lì c'era una estrema tolleranza, considerate che mia
sorella che vive tuttora in Egitto ha sposato un musulmano ed i suoi figli
sono musulmani. Allora non c'era assolutamente il fanatismo che vediamo oggi
soprattutto in Algeria, la convivenza era assolutamente tranquilla. La nostra
mentalità era sicuramente diversa, in quanto siamo cresciuti con tante
razze e nazionalità, ma non vivevamo questa differenza netta; era naturale,
frequentarsi, coltivare amicizie e anche sposarsi (ho già detto prima
di mia sorella sposata ad un egiziano) ".
--Lei prima, parlando ha detto: "da noi in Egitto
" quindi
si sente ancora molto legata all'Egitto.
"Naturalmente. Sono nata, cresciuta, educata, sposata lì, mia
figlia è nata anche lì e dunque
poi durante la guerra tutti
gli uomini italiani e tedeschi furono internati in campi di prigionia dagli
inglesi e questo ha fatto crescere in noi un senso di italianità molto
forte. Gli inglesi ci sequestrarono le radio ma grazie ad un nostro amico
ebreo (prova ulteriore della integrazione inter religiosa ed inter razziale
in cui vivevamo allora) che ci prestò una radiolina, riuscivamo a seguire
gli sviluppi della situazione bellica".
--Come si trova a Gubbio?
"Venire dal Cairo in cui mi reco ancora spesso e che è una città
estremamente caotica, e da Milano che oramai anch'essa è divenuta,
rispetto agli anni 50, una città molto rumorosa, venire a Gubbio è
significato immergersi nella tranquillità e vivere in mezzo a persone
tranquille, e ad una certa età, come la mia, sicuramente fa molto piacere.
Quello che secondo me manca a Gubbio sono più spazi per i giovani,
più adatti a loro dove poter incontrarsi e fare delle attività
sia sportive che di comunicazione sociale".
--Sarebbe disponibile, eventualmente, ad inserirsi in parrocchia in un gruppo
per esempio ne gruppo Caritas dove spesso si interessa ed aiuta gli extracomunitari?
"Lo farei volentieri, ma non so se posso essere in grado di poter dare
un qualche contributo. Devo dire che io alla Caritas debbo essere molto riconoscente
perché mio marito è stato ammalato per parecchio tempo e non
si poteva muovere, perciò avevo chiesto aiuto alla Caritas, che mi
mandava due obbiettori che ogni mattina mi aiutavano ad alzare ed accudire
mio marito".
Ho conosciuto negli ultimi anni della sua vita il marito della signora, era
completamente paralizzato e ho potuto constatare con quale amore e dedizione
la signora Marcella lo ha assistito, senza mai lamentarsi, anzi nonostante
tutto, aveva anche da accudire la madre ultra novantenne, non solo ma era,
ed è ancora, punto di riferimento per i suoi due giovani nipoti.
Nell'intervista abbiamo parlato anche della situazione nel Medio Oriente e
di come sia venuta a creare la situazione attuale. La signora Marcella dimostra
una profonda conoscenza della storia soprattutto di quella tormentata regione
del mondo che è il Medio Oriente. Indubbiamente potrebbe essere interessante
poter far conoscere nelle scuole l'esperienza vissuta in prima persona dalla
signora Marcella.
Pensiamo che tutti conoscano il bellissimo romanzo di Colleen McCullough "Uccelli
di rovo" anche per la versione televisiva che ne è stata fatta
alcuni anni fa, ma questa volta vorremmo segnalare due brevi romanzi della
stessa autrice:
"Tim" e "Le signore di Missolungi"
Il primo romanzo "Tim" racconta la storia d'amore che nasce tra
un ragazzo handikappato, con ritardo mentale, e una donna single ultraquarantenne.
Il romanzo è molto bello perché fa vedere come l'amore può
completare due persone; quel completamento che può far affrontare ad
entrambe il duro cammino della vita, quel cammino che, soprattutto per Tim,
sarebbe stato impossibile da compiere da solo, insieme invece, anche per loro
la vita diventa piena e bella da vivere.
L'altro romanzo "Le signore di Missolungi" parla invece della solitudine
di due persone, di un uomo e di una donna che le vicissitudini della vita
fanno incontrare; anche in questo caso la coppia diviene il fulcro di una
vicenda che alla fine fa trionfare gli umili e le vittime divenire libere
dai loro "persecutori".
BUONA LETTURA!!!!!!!