In questo numero
I giovani e la sessualità | G. Vantaggi |
Il club di Letizia | da Internet |
Negli anni 70... | G. Alunno |
Il personaggio | la Redazione |
Un salto in biblioteca | la Redazione |
Che cos'è la banca del tempo | la Redazione |
I
Giovani e la sessualità
(Riflessioni non di un "esperto" ma di un genitore)
So di toccare un argomento spinoso e difficile, un vero e proprio terreno
minato, infatti uno dei rischi è che forse possa essere male interpretato.
Pazienza! L'intenzione è delle migliori. Sento che è un argomento
di cui si deve parlare, senza ipocrisie e, spero, con serenità.
Credo anche che sarebbe molto interessante e di aiuto sia a noi "vecchi"
che ai giovani confrontarsi su questo tema, poter aprire un dibattito, dialogare.
Cominciamo.
Si parla di educazione sessuale nella scuola, si sentono radio e televisione
parlare delle problematiche relative ai comportamenti sessuali (vedi i recenti
episodi di prostitute affette da AIDS che potrebbero avere infettato molti
loro clienti) ma purtroppo mai che si veda o che si senta parlare di cos'è
la sessualità.
C'è molta confusione, si parla e riparla di cose che riguardano il
sesso (pedofilia, omosessualità), ma quali messaggi arrivano ai nostri
figli soprattutto i più giovani? Perché non togliere finalmente
quel maledetto velo e parlare serenamente anche di questo argomento che fa
parte dell'essere umano? la sessualità non è una cosa di cui
se ne deve parlare quasi di nascosto; è invece necessario, oggi più
che mai, parlarne apertamente. Non dev'essere un tabù.
L'uomo è ciò che è in tutto il suo essere e quindi anche
nel suo essere uomo e donna ("…maschio e femmina li creò e vide
che ciò era buono" Genesi).
Credo che dobbiamo cercare di far capire ai nostri figli che il sesso è
parte di loro stessi che non c'è nulla di male, bisogna però
anche educarli a saper guardare ciò che la nostra società ha
fatto diventare, purtroppo, il sesso: "un prodotto commerciale da consumare:
nei film, nelle riviste, nelle copertine di certi giornali, in certi atteggiamenti
di personaggi pubblici e dello spettacolo". Tutto questo è mercificazione
della sessualità non è la sessualità. Come è falso
il messaggio dell'incontro tra due persone che appena si conoscono hanno subito
un rapporto sessuale, ciò è fuori della realtà dell'uomo
come uomo, può esser vero per gli animali, ma non per l'uomo.
La sessualità vera è, invece, la manifesta bellezza della differenza,
sessualità è bisogno di completamento tra esseri diversi e di
questo, il matrimonio e la convivenza rappresentano il supremo atto di fusione
tra due esseri unici e diversi.
Venendo poi ai "rapporti prematrimoniali" che sono considerati norma,
norma non dovrebbero essere, secondo me, non per gretto moralismo, ma per
il fatto che l'età del primo rapporto sessuale è sceso paurosamente
al di sotto dei 17 anni (ma certi dati parlano, per le ragazze, anche di un'età
intorno ai 14 anni). Nel mio ormai più che ventennale lavoro di medico
di medicina generale, purtroppo, ho dovuto raccogliere anche l'esperienza
di giovani che sono stati travolti dalla prima esperienza di rapporto completo,
rapporto che hanno vissuto entrambe come trauma, certo non ricevendone "piacere";
per lo meno non quel piacere che vogliono far credere nei film. Imbarazzo,
paura, anche per le conseguenze possibili. Immaturità. Con questo voglio
dire che se l'uomo ha un suo sviluppo psicofisico che si manifesta nel tempo,
gradatamente, in quello che sarà infine il suo essere, questo vale
anche per la sessualità. Dobbiamo essere disponibili ad aiutare i giovani
a potersi creare una coscienza, anche sessuale, che non sia staccata dal resto
della persona; far si che ognuno possa dire: "sono libero di fare o non
fare" in pratica, come ogni atto, anche quello sessuale dovrebbe essere
un atto libero e cosciente: libero perché sono in grado di assumermi
le mie responsabilità; cosciente perché so quello che comporta
il mio atto, in ogni suo aspetto.
La sessualità è una cosa molto, molto importante, non si scherza
su di essa, la fedeltà di coppia è oggi, più che mai,
importante (lo abbiamo sentito dai telegiornali di qualche tempo fa: giovane
moglie morta di AIDS perché infetta dal marito divenuto siero positivo
per rapporti extraconiugali con persone infette; condanna del marito per omicidio).
Sessualità non è soddisfare un bisogno (i mass media ci vogliono
far credere questo) è invece: rapporto con l'altro, rapporto che esprime
l'unione spirituale che diviene totale e fisica; non è un istinto animalesco
e brutale, è conoscenza profonda, è gentilezza, è accettarsi,
è serenità, è gioia, è bellezza, è fiducia,
è dono di sé, è comunione.
Finito, io ci ho provato, spero di aver dato un contributo di discussione
e di dialogo.
Gianni Vantaggi
"Quando ad una persona capita davvero il peggio che potrebbe succederle, essa può scegliere se amareggiarsi, ripiegandosi in sé e cominciando a morire, o se elevarsi oltre il dolore e la sofferenza per rinascere a un'esistenza carica d'amore" (E.J.Michel)
Queste parole ho trovato nella mia posta elettronica come augurio di Buona Pasqua da parte del Club di Letizia. Questo Club, gestito da Maria Simona Bellini e Antonio Costanzo, genitori di Letizia, l'ho trovato navigando in Internet e mi ha molto colpito; per questo ho voluto riportarne la storia e farne conoscere l'esistenza. Trascrivo così come sono le pagine di questo sito:
""Lesione
cerebrale: una diagnosi che può provocare la più terribile angoscia
se ad esserne colpito è un bambino. Ma leggendo queste pagine non proverai
di questi sentimenti.
Desideriamo invece prenderti per mano e condurti su percorsi sconosciuti alla
maggior parte delle persone. Vogliamo 'raccontarti' la lesione cerebrale nei
suoi aspetti meno noti, come poco note sono le funzioni e la stessa struttura
del grande colpevole: il cervello. E questa meravigliosa avventura vogliamo
raccontartela da genitori di una bambina cerebrolesa.
Il cervello non ci ha svelato ancora i suoi molteplici segreti ed è
proprio sulla limitatezza delle conoscenze che è fondata la nostra
più grande speranza , avvalorata da risultati insperati e condivisa
da migliaia di famiglie in tutto il mondo che hanno il nostro stesso obiettivo,
'non mollare', per offrire al proprio figlio il massimo delle opportunità.
Vuoi essere dalla nostra parte? Noi abbiamo comunque bisogno di te, sia che
tu viva una vicenda come la nostra, sia che tu sia il semplice passante che
offre un sorriso al nostro bambino. Perché anche tu un giorno possa
aiutare qualcuno dicendogli : NON MOLLARE!"".
STORIA DI LETIZIA
""E'
buio e la casa è silenziosa. I ragazzi dormono e dalla mia stanza riesco
a percepire, lievi, i loro respiri notturni. Scendo dal letto con un leggero
brivido e vado a guardarli per stupirmi ancora una volta del loro sonno. Torno
subito sotto le coperte e mi accoccolo accanto a Letizia, la mia piccolina
che, come spesso accade, non dorme nel suo letto, ma qui, accanto a me e a
suo padre.
Guardo il viso rotondo di Letizia che riposa come fanno in genere i neonati.
E' stesa sulla schiena e le manine sfiorano appena, con le palme semichiuse,
i lunghi capelli biondi sparsi sul cuscino. I suoi lineamenti sono distesi
e la pelle è rosea, sottile e tenerissima al tatto. E' veramente graziosa.
Poi all'improvviso qualcosa mi torna in mente con violenza! Un flash riempie
i miei occhi di ricordi ormai lontani. Dove sono i giorni dell'angoscia? Sono
solo veramente parte del nostro passato? Cosa accadde nella mia testa quel
giorno che dissero che Letizia era una bambina cerebrolesa senza alcuna speranza?
Sento di nuovo la morsa stringermi lo stomaco, per un attimo.
Un lungo periodo di peregrinazioni da uno specialista all'altro perché
mia figlia, fin dalla nascita, non aveva un comportamento normale. Non cresceva
come tutti gli altri bambini. Ma nessuno, oltre me, vedeva nulla di strano
in quei suoi atteggiamenti: sguardo perso nel vuoto, nessuna reazione ai rumori,
rifiuto del seno materno, lunghe notti di pianto senza singhiozzi, senza lacrime.
E poi la crescita lenta, nonostante si alimentasse a dovere, e lentezza dello
sviluppo psicomotorio.
Ed io allora ad essere considerata nevrotica, depressa, bisognosa di cure,
proprio per quella affannosa ricerca di una diagnosi per la mia bambina, di
una cura.
Poi il primo compleanno ed ancora Letizia non era in grado di stare seduta,
e pochi giorni dopo, la sentenza, lesione cerebrale. Speranze di recupero
nessuna!
Unico consiglio: mettersi alla ricerca di un istituto idoneo a prendersi cura
di mia figlia che sarebbe stata, a detta degli "esperti", un neonato
a vita. Secondo loro era impossibile farla vivere in un contesto sociale e
famigliare normale. Tuttavia è proprio da quel giorno che partì
la riscossa della mia creatura. La diagnosi era un punto fermo da cui partire,
l'inizio di una lunga, incantevole lotta. Quella per la "vita" di
Letizia. Una battaglia contro l'incredulità dei medici, i
preconcetti della gente, gli ostacoli creati dalla burocrazia. Ma non eravamo
soli a combattere, Letizia e noi, la sua famiglia. Abbiamo incontrato lungo
la strada tanti compagni con i quali piangere, gioire, condividere.
Carl Delacato, per cominciare, uno specialista italoamericano che ci ha regalato
tenere parole di speranza "Abbiate fiducia nell'intelligenza di Letizia".
E noi l'abbiamo avuta. Poi l'esercizio dei volontari che ci hanno aiutato
nelle lunghe sedute di terapia: "Non ci ringraziare per carità
siamo noi che dobbiamo ringraziare Letizia". E anche noi abbiamo cominciato
a ringraziare nostra figlia per esser venuta al mondo….. Letizia era brava
davvero. Sì perché lei, forse per un miracolo di fede collettiva,
improvvisamente cominciava a smentire tutto quanto previsto per il suo futuro.
Prima di procedere strisciando sul pavimento, poi il gattonare per la casa
e infine i suoi primi passi (alla faccia di "…non si muoverà mai!")
i suoi erano passi traballanti, insicuri ma era CAMMINARE.
Oggi Letizia ha più di nove anni e dovrebbe saper fare qualcosa di
più oltre che andare a scuola, godersi le passeggiate, fare i capricci
per una caramella e coprirci di baci. Eppure papà Toni ed io siamo
contenti di quanto Letizia ci dona oggi e di quanto potrà e vorrà
fare in futuro. Perché noi continueremo a lottare per lei e con lei
che vivrà sempre nel grembo di questa nostra avvolgente, calda famiglia
che lei stessa ha reso forte ed indistruttibile.
E nel frattempo il buon Dio ha preso la saggia decisione di non togliere a
Letizia il suo fardello. Mentre, piano piano, irrobustiva le nostre spalle"".
(L'indirizzo Internet del Club di Letizia è:" http:www.club.it/letizia/
" e.mail: simo.tony@flashenet.it)
Come ricorderete nel numero precedente, avevo raccontato come ero venuto in contatto con i giovani del gruppo parrocchiale, in questo numero scrivo dell'esperienza fatta con questi miei nuovi amici.
In
quegli anni si faceva sentire anche a Gubbio la contestazione giovanile e
molti giovani studenti e non , sentivano come un loro primario dovere lottare
contro ogni forma di emarginazione e di sopraffazione in genere.
Il gruppo giovanile della parrocchia di Sant'Agostino aveva intrapreso già
da qualche tempo un'attività, che con il tempo si sarebbe poi rivelata
una vera e propria iniziative pilota per tutti i gruppi giovanili parrocchiali
e più in generale per tutti i gruppi giovanili eugubini, anche se di
origine ed impostazione non cattolica.
Tale attività consisteva nell'operare fattivamente e volontariamente,
secondo le disponibilità di ognuno, all'interno dell'ospizio Astenotrofio
Toschi Mosca di Gubbio, a favore degli ospiti ed al fianco del personale dipendente,
al fine di ridurre, per quanto possibile, lo stato di disagio sociale e di
emarginazione di tutti gli ospiti stessi, lo stato di solitudine di molti
di essi e lo stato di totale abbandono di alcuni, comunque sempre troppi.
Il primo giorno che sono entrato nell'ospizio è stato per me estremamente
traumatico, tanto che non me lo dimenticherò più, fino alla
fine dei miei giorni. La mia curiosità ed i miei iniziali timori si
sono infranti contro una realtà che poteva mettere solo tantissima
tristezza e disperazione addosso. Vi erano infatti cameroni, ognuno dei quali
ospitava anche fino a sei persone, tra cui diverse allettate. Ogni camerone
era caratterizzato da un'aria maleodorante, che i finestroni aperti riuscivano
a cambiare a stento; nonostante che il personale addetto alla pulizia si facesse
in quattro per evitare tutto ciò, ma senza troppo successo in quanto
la struttura a quei tempi era quella che era.
Io gli istituti li conosco bene, infatti, essendo non vedente, ho dovuto studiare
per molti anni in istituto a Roma, ma un'atmosfera così deprimente
non l'avevo mai respirata per cui decisi di iniziare ad operare anch'io, secondo
le mie possibilità, al fianco dei miei amici del gruppo parrocchiale
giovanile di Sant'Agostino.
Il seguito al prossimo numero.
Giancarlo Alunno
Avremmo potuto intitolare questo articolo anche "Gli scacchi la passione
di una vita" il perché si capisce leggendo un passo di un suo
scritto:
"…Così la mia collezione si arricchì, col passare degli
anni, notevolmente. Fui invitato numerose volte a partecipare a Mostre e Concorsi,
inviti che declinai sempre, perché era mio desiderio esibirla per la
prima volta, nella mia Gubbio. Cosa che realizzai nel 1988. Allora esposi
ben 1500 cartoni pieni di francobolli…"
Chi scriveva è Ariodante Agostinucci che ha vissuto gli ultimi anni
della sua vita, assieme alla sua famiglia, nella nostra parrocchia.
La vita di Ariodante è stata una lunga strada piena di difficoltà
ed ostacoli che però non hanno impedito il cammino, nemmeno la perdita
del suo giovane figlio morto all'età di 38 anni.
Per far conoscere meglio il personaggio riportiamo l'articolo che uno degli
scacchisti italiani più importanti Enrico Paoli scriveva sulla rivista
" L'ITALIA SCACCHISTICA" a commemorazione di Ariodante Agostinucci:
" Nato a Gubbio il 6/4/1903 dopo essersi diplomato come perito industriale
nel 1926 si trasferì a Milano (dove ha risieduto fino al 1985) …. Fondò
la rivista "La Scacchiera" …ed un circolo scacchistico chiamato
"Circolo Ambrosiano" … Per interessamento di Agostinucci esce il
mio primo libro "Strategia e tattica sulla scacchiera" … che avrà
poi tante successive edizioni…
La sua attività di Presidente del Circolo Ambrosiano, nonostante gli
impegni di lavoro, non viene mai meno e gli scacchi sono per lui uno dei più
grandi doveri.
Nel 1985 chiude i suoi impegni tipografici (dal 1949 insieme con la sua Maria
e la sua Cicci avevano avviato una tipografia) e si trasferisce nella sua
nativa Gubbio, tutto dedito alla sua imponente raccolta di francobolli tematici,
cui si interessò pure Tigran Petrussiàn durante il grande torneo
del 1975.
Organizzò pure una simultanea per me per il Circolo locale, facendomi
trascorrere alcuni giorni con lui e la sua simpatica famiglia. Gubbio aveva
tanti ricordi storici e lui era felice di esservi tornato. Domenica 9 febbraio
1997 il suo cuore ha cessato di pulsare.
… è scomparso un grande e infaticabile organizzatore dello scacchismo
milanese e un grande Amico".
La raccolta di francobolli e di tutto il materiale (libri, manifesti, altri
documenti) che hanno come tema gli scacchi, ora sono stati messi, dalla famiglia,
a disposizione della nostra Amministrazione Comunale perché possa essere
allestito un museo permanente alla memoria di Agostinucci che, come diceva
nella sua lettera, non ha mai voluto prestare il suo materiale se prima non
fosse stato esposto nella sua Gubbio; appunto per questo la sua famiglia ha
pensato bene di far rimanere, nonostante le tante richieste, tutto il materiale
nella nostra città.
C'è da augurarsi che Gubbio non perda questa occasione ma offra un
altro motivo in più per essere visitata e ricordata.
Si tratta di un libro uscito nel 1985 dal titolo << LA CITTA' DELLA
GIOIA >> di Dominique Lapierre
Che è stato scritto dopo aver vissuto per 2 anni a Calcutta, assieme
a sua moglie, condividendo la vita delle bidonville (slum) di questa città.
E' un libro che fa capire a fondo e realmente il modo di pensare, di vivere
e la lotta per sopravvivenza di questo popolo così composito come quello
indiano, dando però alla fine, sopra tutto e nonostante tutto, un grande
insegnamento che potremmo riassumere nelle parole del proverbio indiano che
viene citato all'inizio del libro:
<< Tutto ciò che non viene donato va perduto >>
Questo libro ha ispirato anche un film che ha lo stesso titolo. Il libro si
trova già in edizione economica (5.900 lire) edito da Mondadori
Da libro è stata tratta anche la poesia che riportiamo:
La vita è un'oppurtunità, coglila.
La vita è bellezza, ammirala.
La vita è beatitudine, assaporala.
La vita è un sogno, fanne una realtà.
La vita è una sfida, affrontala.
La vita è un dovere, compilo.
La vita è un gioco, giocalo.
La vita è preziosa, abbine cura.
La vita è una ricchezza, conservala.
La vita è amore, godine.
La vita è un mistero, scoprilo.
La vita è promessa, adempila.
La vita è tristezza, superala.
La vita è un inno, cantalo.
La vita è una lotta, accettala.
La vita è una tragedia, afferrala corpo a corpo.
La vita è un'avventura, rischiala .
La vita è felicità, meritala.
La vita è la vita, difendila.
Madre Teresa di Calcutta
IL VIAGGIO CONTINUA di Raoul Caldarelli
C'eravamo
lasciati l'ultima volta in Etiopia, il solo paese dell'Africa ad avere una
storia scritta che risale ad oltre 2.500 anni fa, una storia che le ha lasciato
in eredita' un patrimonio di opere d'arte e d'architettura incomparabili;
ricche miniere per studiosi e per quanti amano la bellezza.
Il racconto del mio viaggio si era interrotto sul lago Tana, in particolare
nei pressi delle cascate del Nilo Azzurro. Continuando il discorso non posso
dimenticare che qui ho conosciuto un giovane imprenditore locale, il quale
giovandosi del notevole afflusso turistico che popola la zona, ha impiantato
una sorta di "Marino lo spuntino africano" con la differenza che
non avendo a disposizione un automezzo per trasportare viveri e bevande, utilizza
la propria moglie, una giovane ragazza di colore, la quale partecipa all'attività
portando in spalla tutto il materiale e lasciando al marito "l'ingrato"
compito delle pubbliche relazioni e della riscossione dei proventi. Questa
è una cosa assolutamente normale da queste parti, come ho già
detto nella precedente puntata, in quanto sono le donne che appunto accudiscono
ai lavori più pesanti.
Da segnalare la visita di una delle 37 isole del lago Tana dove trovano rifugio
una ventina fra chiese e monasteri, molti dei quali immersi nella foresta
e nascosti alla vista. Regna una tale pace e tranquillità che persino
gli uccelli si sentono al sicuro e non esitano a discendere sulla vostra spalla
per farsi offrire cibo. Curioso può sembrare che solo i visitatori
di sesso maschile possono vedere i resti mummificati di re Fasiladas; pensate,
l'accesso è vietato perfino agli animali di sesso femminile.
Dopo la rilassante gita sul lago si riparte, prossima meta Gondar, non senza
contrattempi vari, compresa la rottura di una balestra del nostro fuoristrada,
riparata, si fa per dire, con una stecca di legno e un po' di spago, siamo
in loco dopo molte ore di viaggio. Benché Gondar, già' capitale
dell'Etiopia e sede di un gruppo di castelli che rappresentano uno dei misteri
del mondo (nessuno e' finora riuscito a conoscere i motivi che ispirarono
re Fasiladas la scelta di questo luogo). E' uno dei posti più remoti
che io abbia mai visitato, a mano a mano che si avvicina al centro della città'
avvertiamo un'atmosfera familiare, dopo chilometri e chilometri di poveri
villaggi si cominciano a vedere dei fabbricati in muratura, troppo simili
a quelli che abitualmente vediamo dalle nostre parti, infatti ci troviamo
in una delle città' dove più' d'ogni altro luogo l'impronta
architettonica coloniale del ventennio che è stata lasciata dagli italiani,
si e' fatta più' sentire.
Dopo una buona doccia ed una salutare dormita non senza preoccupazione considerato
che il mezzo di trasporto era un aereo e precisamente un poco rassicurante
DC 3, ci rechiamo ad ammirare una delle meraviglie del mondo, Lalibela, la
città' dalle undici chiese scavate nella roccia e circondate da fosse
profonde. Queste straordinarie costruzioni sarebbero state eseguite nel corso
di una sola notte e con l'aiuto degli angeli dal re Lalibela che significa
"le api riconoscono la sua sovranità'", figlio dello stesso
re Salomone e della schiava di Saba che volle trasformare l'allora capitale
Roha in una nuova Gerusalemme dandole il suo nome.
Perché nulla mancasse a una perfetta replica delle città' biblica,
si ribattezzo' Giordano anche il magro ruscello che scorre li vicino e' che
e' secco nove messi all'anno.
Purtroppo in questo luogo meta di molti visitatori da tutto il mondo si avvertono
le storture prodotte dal turismo, infatti, qui si raccolgono da tutta la regione
migliaia di poveri, di malati che affollano le strade chiedendo qualsiasi
cosa; scene strazianti di persone a volte afflitte da orrende mutilazioni
che purtroppo sappiamo riceveranno ben poco sollievo dalla nostra carità.
Ci rendiamo perfettamente conto, d'essere impotenti di fronte a questa triste
realtà' che si pone in stridente contrasto con la nostra società.
Lentamente anche questo viaggio si dissolve, in poche ore di volo ci ritroviamo
ad Addis Abeba; erano in corso nella capitale i festeggiamenti per l'arrivo
in visita ufficiale del Presidente della Repubblica Scalfaro; la cosa ci ricorda
ancora una volta che l'indomani ci aspetta il volo per Roma; rimane la convinzione
che anche se ci portiamo sempre dietro il fardello della colpa di essere solo
e inevitabilmente turisti, ogni volta, ogni viaggio, ogni ritorno ci fa crescere
un po' di più'.
Per questo il mio consiglio è, "girate il mondo e non ve pentirete"
e, se avete letto per caso queste poche righe fatte di pensieri, sensazioni,
avvenimenti e luoghi, forse per un attimo, un giorno mi ricorderete.
CHE COS'E' LA " BANCA DEL TEMPO "
Come è stato detto nell'articolo "Ricominciamo" la parrocchia
non deve ripiegarsi su se stessa in uno "spiritualismo asettico"
e fine a se stesso ma deve "incarnarsi" ricercando quella "comunione
di vita" che fa della parrocchia una vera e propria COMUNITA' per questo
è necessario ricercare o ricostruire i rapporti tra le persone, tra
tutte le persone che compongono la parrocchia, perchè ciascuno di noi
ha delle qualità (fosse anche il solo saper fare un rammendo o il solo
saper giocare a briscola), che può mettere al servizio degli altri,
questo per riconoscerci come persone che tendono e desiderano vivere nella
pace e nella condivisione.
Ecco allora la Banca del tempo che è un luogo in cui le persone mettono
a disposizione il proprio tempo per determinate prestazioni, accettando anche
però di ricevere prestazioni da altri; in pratica si tratta di un dare
tempo ed un ricevere tempo, un dare ed un ricevere in pari misura; faccio
un esempio: io sono disponibile a dare un' ora di tempo per accompagnare a
scuola uno o più bambini, nella stessa misura io divento debitore di
un'ora che potrò ricevere da qualsiasi altra persona come la persona
anziana che mi rammenda un pantalone, a sua volta la persona anziana diventa
debitrice di un'ora che lei potrebbe richiedere per esser accompagnata presso
l'ambulatorio del proprio medico o per andare a fare dei documenti o altro
e così via; si crea in questo modo un sistema di rapporti documentati
da un vero e proprio libretto di assegni in cui si registra il tempo in dare
e quello in avere.
In poche parole la Banca del tempo si basa su:
- SCAMBIO: si da per avere, si riceve per dare
- VALORE della PRESTAZIONE in TEMPO: indipendentemente dal servizio scambiato, quello che conta è il tempo impiegato (per fare la torta o per zappare il giardino, per imparare a giocare a dama o scacchi ecc...)
- PARITA' tra i soggetti: la valutazione "in tempo" mette sullo stesso piano di parità la casalinga, il pensionato, il dirigente, lo studente, l'operaio, il bambino, il professioniista, l'artigiano, ... che hanno offerto il loro servizio.
FINALITA' DELLA BANCA DEL TEMPO :
"
Ricreare i rapporti anche di buon vicinato
" Sviluppare le relazioni tra gli individui
" Migliorare la qualità della vita
" Migliorare l'utilizzo del proprio tempo
La
banca del tempo quindi, è un luogo dove si scambiano prestazioni contro
prestazioni misurate in ore , mattine, pomeriggi e giornate e va vista quindi
come una forma evoluta di azione volontaria di aiuto tra soggetti paritari.
Se riusciremo a costituire la banca del tempo, nella nostra parrocchia, essa
sarà regolata da uno statuto e da un regolamento in base a quanto stabilito
e richiesto dal Codice Civile comunque nella banca del tempo non esiste intermediazione
o scambio di denaro, ma solo di tempo, non può esserci scambio di lavoro
professionale e non si possono scambiare prestazioni che possano essere assimilabili
al lavoro dipendente e/o autonomo. Unico scopo della banca del tempo, è
quello di favorire la socializzazione e le relazioni tra le persone.
Sulla base di esperienze fatte in acune città ecco l'elenco di alcune delle prestazioni-servizi che vengono scambiati nella banca del tempo:
Aiuto in casa | Leggere Parlare studiare |
ordinamento biblioteca | lezioni di arte |
archiviazione e catalogazione libri in casa | " " filosofia |
pulizie di primavera (aiuto) | " " inglese |
riordino ambienti | " " italiano |
smontaggio rimontaggio tende | " " francese |
pulizia vetri e finestre | lettura libri |
consigli per tinteggiature | " " registrata |
Attività sportive organizzazione di escursioni | Animali e Piante |
accompagnamento in luoghi turistici | conoscenza botanica |
conoscenza della propria città | " erbe aromatiche |
escursioni in montagna | cura del giardino |
giri in bici | " delle piante da appartamento |
giri nella natura |
Mangiare e bere | Suonare ascoltare |
aiuto preparazione dolci | lezioni di chitarra |
consigli di cucina |
Bambini |
cucina cinese Bambini | accompagnamento a scuola |
preparazione cene | attività sportive e ricreative |
cucina vegeteraiana o macrobiotica | assistenza per i compiti |
Compagnia per | Tecnologie |
cinema e teatro | aiuto computer |
concerti e mostre | lezioni internet |
ricerca funghi | consigli HIFI, PC, DOS |
Traduzioni | Varie |
inglese, francese,latino, arabo, greco, spagnolo.. | lavori a maglia o di cucito piccoli |
consegna della spesa a domicilio | |
fare la fila dal dottore | |
piccole commissioni | |
costruzione di aquiloni o pupazzi | |
ecc...
Ecco qui spiegata a grandi linee che cos'è la Banca del tempo, ora
bisogna trovare persone disponibili per divenire soci e che contribuiscano
a dare tempo per la gestione, è una iniziativa che comporta sicuramente
un certo impegno, ma forse abbiamo individuato un metodo che può ricostruire
la parrocchia non solo ma sicuramente farà superare l'isolamento delle
persone.
Pertanto chiunque sia interessato può dare la propria adesione in parrocchia
di persona o telefonando.