Ottaviano Nelli, Decorazione delle vele dell'abside.
Ottaviano Nelli, Decorazione della parete di fondo dell'abside
Ottaviano Nelli,Decorazione della parete sinistra dell'abside
Ottaviano Nelli,Decorazione della parete destra dell'abside
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Alcuni documenti archivistici,
risalenti ad un periodo compreso tra la seconda metà del Trecento
e la prima metà del secolo successivo, indurrebbero a ritenere
che la cappella dell'altare maggiore di Sant'Agostino, ovverosia l'intera
abside, sia spettata in quei tempi alla nobile famiglia eugubina dei Brunamonti
della Serra, la quale contribuì in maniera sostanziale alla decorazione
pittorica di questa parte della chiesa. Già nel 1383 Balda del
fu Giacomo di Ranuccio della Serra lasciò 100 fiorini per la pittura,
l'ornamento e la riparazione dell'abside agostiniana. Altro denaro venne
elargito nel 1439 da Elisabetta del fu Ranuccio di Franceschino per realizzare
una finestra di vetro nel coro.
Gli affreschi nelleschi con le Storie Agostiniane ed altri soggetti rimangono
probabilmente sempre visibili nel corso del tempo, almeno in parte: ce
lo fanno supporre fonti secentesche come le Vite de' Santi e Beati dell'Umbria
dello Jacobilli e ottocentesche quali la perizia di Vincenzo Benamati
e Domenico Sforzolini relativa alle immagini del Beato Pietro presenti
in chiesa. E' proprio lo Sforzolini che, attorno alla metà dell'
Ottocento, restaura alcuni dei dipinti del coro, vale a dire la scena
con la morte di Sant'Agostino e quella con il trasporto della sua salma
a Pavia.
Gli affreschi dell'abside, assieme
a quelli dell'arco trionfale, vengono restaurati dal Polidori poco prima
della metà degli anni Sessanta (1963 ca.) a cura della Soprintendenza
ai Monumenti dell'Umbria.
Le Storie Agostiniane si sviluppano sulla volta e sulle tre pareti dell'abside
della chiesa, ricoprendo per intero le superfici del vano. La successione
degli episodi - delimitati da eleganti cornici con cosmatesche, girali
fioriti ed altri motivi ornamentali - prevede il seguente ordine di lettura:
a) vele, iniziando da quella a cornu evangelii e procedendo in senso orario;
b) pareti, da quella a cornu evangelii, a quella di
fondo, per finire a quella a cornu epistulae, registro per registro, dal
più alto al più basso. Riportiamo di seguito i soggetti
delle singole scene, nonché il testo delle iscrizioni rimaste,
la cui lettura è basata sia sull'osservazione diretta che sulla
trascrizione eseguita nel 1914 da Pio Cenci.
Nella porzione apicale delle vele,
attorno alla chiave di volta in cui è probabilmente scritto "alpha
[et Omega, Principium et Finis]", sono raffigurati i simboli dei
quattro evangelisti:
L'angelo per San Matteo (nel cartiglio
in mano all'angelo: "est ho[mo] matre d[eu]s i(n)dicat esse Maptheus";
il leone per San Marco (nel cartiglio ai piedi del leone: "Munere
clamoris [f]it Marchus i[n] [modo] leonis"; l'aquila per San Giovanni
(nel cartiglio ai piedi dell'aquila: "[...] Traxvola(n)t alas aves
[pervenit ad] asta Joh[anne]s"; il bue per San Luca (nel cartiglio
alla base del bue: "[Gemi(n)u(m)] [L]ucas curat [quand]um pi(n)ge(n)d[...]
figuras").
Il soggetto principale delle vele è
invece rappresentato dai primi episodi delle storie agostiniane:
1 Agostino è condotto
a scuola da Santa Monica ("hic mater augustini mictebat eum ad scolas");
2 Agostino apprende le arti
liberali ("hic augustinus audiebat doctore(m) suum lege(n)tem / [et
disce(n)tem] settem artes liberales");
3 Agostino insegna retorica
a Cartagine ("hic augustinus ut doctor docet [...] / qualibet scie(n)tia(m)
ut ip(s)i volu(n)t adiscere");
4a Sogno di Santa Monica ("hic
mat(er) sup(er) linea(m) dormiebat aparuit ei a(n)g(e)l(u)s dice(n)s esto
secu(r)a q(ui)a ubi tu ibi ille");
4c Santa Monica consolata da
un vescovo ("h(ic) m(a)t(er) ag(usti)ni cu(m) lac(ri)mis rogabat
s(an)c(tu)m ep(iscopu)m ut p(re)ces suas p(ro) filio suo po(r)r[i]ge(r)et
ille sibi dixit vade retro secura / Quia i(m)possibile e(st) ut filiu(s)
ta(n)tar(um) lac(r)imar(um) pereat");
Facciamo notare come in corrispondenza
della vela verso valle sono presenti due fori nella muratura interpretabili
come quelli per il passaggio delle corde delle campane (quest'ultime forse
ospitate in una campanile a vela ora non più esistente). Sulle
pareti del coro continuano le storie agostiniane:
5 Agostino lascia Cartagine
per mare ("hic agustinus recessit de / [cartagine] et [venit romam]";
6 Agostino arriva a Ostia ("hic
agustin(us) Receptus est honoriffice / a[...] romani [...]");
7 Agostino insegna Retorica
a Roma; arrivo degli ambasciatori da Milano ("hic agustin(us) legebat
philoçofi[am] Romanis /hic a[m]basiatore(s) de mediolano [veniu(n)t]
romam");
8 Agostino lascia Roma;
9 Agostino incontra i notabili
milanesi ("hic Agustinus [...]Mediolanen[...]");
10 Agostino e Alipio ascoltano
Sant'Ambrogio che predica;
11 Agostino parla con Sant'Ambrogio;
12a Agostino visita Simpliciano
("hic Aug(ustinus)[...] [simpliciano] [p(ro] cont[...]");
12b Il Tolle Lege;
12c Annuncio della conversione
a Santa Monica;
13a 13b Battesimo e vestizione
di Sant'Agostino (Ambrogio e Agostino si scambiano le parole "te
deu(m) laudam(us) / te d(omi)n(um) co(n)fite(mur)";
14 Morte di Santa Monica (["Hic
s(an)c(tu)s (?) augustinus perdidit matrem apud ostia(m)"]);
15 Sant'Agostino ritorna a Cartagine
("hic fr(atre)s [augustinus] recede(r)e (?) Roma ap[(p)u(l)it] cartaginem");
16 Sant'Agostino ordinato presbitero
da San Valerio ("hic fr(atre)s aug(ustinus) ordinat(ur) [i(n)] prespiter(um)
a s(an)c(t)o vale(r)io [ep(iscop)o])";
17 Sant'Agostino dà la
Regola;
18 Consacrazione episcopale
di Sant'Agostino ("[Hic s(an)c(tu)s (?) augustinus ordinatur episcopus
a s(an)c(tu)s] Valerio
ep(iscop)o");
19a Visione di San Girolamo
e San Giovanni il Battista;
19b Sant'Agostino di fronte
alla Trinità ("[hic] oste(n)dit s(an)c(t)o augustino Trinitas
[p(er)sona]rum [divin]arum");
20 Sant' Agostino confuta gli
eretici (["Hic s(an)c(tu)s aug(ustinus) sup(er)avit septa(m) manicheorum"]);
21 Morte di Sant'Agostino;
22 Funerali di Sant'Agostino;
23 Traslazione delle reliquie
di Sant'Agostino per mare;
24 Traslazione delle reliquie
di Sant'Agostino a Pavia;
25 Sant'Agostino libera i prigionieri
("[...] miraculu(m) s(an)c(t)i augustini [in civitate] papie").
1 Ottaviano
Nelli, Agostino è condotto a scuola da Santa Monica |
2 Ottaviano
Nelli,Agostino apprende le arti liberali
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3 Ottaviano
Nelli,Agostino insegna retorica a Cartagine |
4a 4bOttaviano Nelli,Sogno
di Santa Monica; Santa Monica consolata da un vescovo |
5 Ottaviano Nelli, Agostino lascia
Cartagine per mare |
6 Ottaviano Nelli, Agostino arriva
a Ostia |
7 Ottaviano Nelli, Agostino insegna
retorica a Roma; Arrivo degli ambasciatori da Milano |
8 Ottaviano Nelli, Agostino lascia
Roma |
9 Ottaviano Nelli, Agostino incontra
i notabili milanesi |
10 Ottaviano Nelli, Agostino e Alipio
ascoltano Sant'Ambrogio che predica
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11 Ottaviano
Nelli,Agostino parla con Sant'Ambrogi
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12a 12b 12c Ottaviano Nelli, Agostino
parla con Sant'Ambrogio
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13a 13b Ottaviano
Nelli,Battesimo e Vestizione di Sant'Agostino |
14 Ottaviano Nelli, Morte di Santa
Monica |
15 Ottaviano Nelli, Sant'Agostino
ritorna a Cartagine |
16 Ottaviano
Nelli,Sant'Agostino ordinato presbitero da SanValerio |
17 Ottaviano
Nelli,Sant'Agostino dà la Regola |
18 Ottaviano
Nelli,Consacrazione episcopale di Sant'Agostino |
19a 19b Ottaviano Nelli, Visione
di San Girolamo e San Giovanni Battista; Sant'Agostino di fronte
alla Trinità
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20 Ottaviano
Nelli, Sant'Agostino confuta gli eretici
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21 Ottaviano Nelli, Morte di Sant'Agostino
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22 Ottaviano Nelli, Funerali di Sant'Agostino |
23 Ottaviano Nelli,Traslazione delle
reliquie di Sant'Agostino per mare |
24 Ottaviano Nelli, Traslazione delle
reliquie di Sant'Agostino a Pavia |
25 Ottaviano Nelli, Sant'Agostino
libera i prigionieri a Pavia |
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Strombi della monofora.
Sull'imbotte sono visibili due scudi senza arme e una stella
in campo rosso.Sugli sguinci della finestra, a destra Erode che ordina
la Strage degli Innocenti, a sinistra la Strage.Sull'intradosso dell'arco
trionfale si succedono le immagini a mezzo busto di Gesù Cristo
benedicente e dei dodici Apostoli, tutti con un libro in mano.Nel lato
interno dei piedritti rimangono i resti di quattro figure di sacri personaggi
agostiniani (due per lato), tradizionalmente identificati con i Santi
Nicola da Tolentino e Guglielmo eremita e con i Beati Pietro e Francesco.
L'unica scritta che si riesce ancora a leggere, sebbene solo in parte,
è quella relativa alla figura in alto a destra: "[Sanctus]
nicolaus de [...]".
Gli affreschi seguono la cronologia e i temi delle Confessioni,
pur con significative sostituzioni testuali, eseguite sulla base della
vita del Santo scritta da San Possidio e delle due
storie trecentesche dell'Ordine Agostiniano di Enrico di Friemar e di
Giordano di Sassonia. Il ciclo riflette le preoccupazioni degli Eremitani
in un momento significativo della loro storia, asserendo il primato dell'Ordine
Agostiniano nella sua aspra rivalità, allora in corso, con i Canonici
Regolari. Gli affreschi partecipano a questa disputa attraverso la loro
enfasi sull'autorità e antichità dell'eremitismo (che è
una componente cruciale di questo ciclo) per Agostino va (espresso dalla
centralità della scena con il Battesimo e la Vestizione di Sant'Agostino),
assume rilievo nella narrazione il ruolo avuto da Simpliciano - un eremita
che vive in una semplice cella posta in un luogo desolato - nella conversione
di Sant'Agostino. Altrettanto importante per gli Eremitani era la scena
in cui Valerio ordina Agostino presbitero in quanto essi rivendicavano
che, unico fra gli Ordini, il loro fondeva la vocazione di prete e quella
di frate. Le pretese di antichità degli Eremitani come Ordine mendicante
più vecchio si possono indovinare nella scena dell'estasi di Sant'Agostino,
basata su rappresentazioni della stigmatizzazione di San Francesco, ma
anche in quella della confutazione degli eretici, tema familiare nei cicli
dome-nicani, che sembra un deliberato tentativo di rammentare ai Predicatori
che è Agostino il nemico originale dell'eresia.
In sostanza gli affreschi dell'abside sono molto di più di un semplice
racconto biografico. La narrazione funziona a diversi livelli simultaneamente,
asserendo la validità dell'Ordine degli Eremitani come veri figli
di Sant'Agosti-no, mettendo in evidenza i valori e gli scopi di quell'Ordine,
e svolgendo un'importante azione nell'intreccio di rivalità che
occuparono l'energia degli Eremitani per gran parte della loro prima esistenza.
Dal punto di vista stilistico, in alcune delle scene delle
storie agostiniane, si assiste al gusto del Nelli per l'individuazione
fisionomica, anche esasperata, dei singoli personaggi, al pari della tendenza
ad una narrazione quasi "fumettistica" e ad una descrizione
del reale che a volte sfiora i limiti del grottesco. Abbandonato il tono
caricato e spiritoso della Predica di Sant'Ambrogio, Ottaviano torna,
in altre scene del ciclo, al suo registro espressivo consueto, più
severo e pieno di "barbarici abbellimenti". In tale contesto
espressivo, egli trova la forza per sostenere il suo stile
Ottaviano Nelli, Sant'Agostino dà la Regola e per l'Ordine che
da lui prendeva il nome. Altrettanta importanza viene data all'immagine
e al concetto di regola, per rammentare che, benché gli antagonisti
fossero chiamati Canonici Regolari, la "Regola" apparteneva
agli Eremitani, veri figli di Sant'Agostino.
Il ciclo di affreschi comincia nelle vele con diverse scene
che mettono in primo piano il sapere.Nella vela rappresentante il Sogno
di Monica la madre di Agostino dorme appoggiando il gomito su un grande
regolo diritto: un'introduzione al tema della Regola, che evidenzia l'interesse
degli Eremitani per questo argomento. Il ciclo è poi stipato di
scene di viaggi, arrivi e partenze (da Cartagine a Ostia, a Roma, a Milano,
di nuovo a Cartagine e così via). Il continuo cambiare dei luoghi
può essere spiegato con un tema chiave delle Confessioni: la vita,
soprattutto prima della conversione, è un pellegrinaggio, una vera
e propria ricerca di significati.
Ancor prima del concetto di battesimo come vita nuova (espresso
dalla centralità della scena con il Battesimo e la Vestizione di
Sant'Ambrogio), assume rilievo nella narrazione il ruolo avuto da Simpliciano-
un eremita che vive in un asemplice cella posta in un luogo desolato-
nella conversione di Sant'Ambrogio. Altrettanto mportante per gli Eremitani
era la scena in cui Valerio ordina Agostino presbitero in quanto essi
rivendicavano che, unico fra gli Ordini, il loro fondeva la vocazione
di prete e quella di frate
Ottaviano Nelli, Cristo e gli Apostoli
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